Avarizia

Adesso ricordo. C’è sempre un primo pensiero, la mattina, appena apro gli occhi. Come il sogno non mio lo dimentico spesso. Adesso lo so che era questo: com’è che riusciamo a spendere cento euro per la spesa al mercato e subito dopo neghiamo 50 centesimi allo zingaro davanti alla riga del deposito carrelli? 

Questa voce è stata pubblicata in sensori. Contrassegna il permalink.

6 risposte a Avarizia

  1. deli-mel ha detto:

    Già…
    Però ho anche imparato che non si puô fare elemosina a tutti, allora faccio quel che posso, anche subendo consapevolemente i mei umori (slanci di simpatia o antipatia)
    (le mariage a été tres joili :-)

  2. pessimesempio ha detto:

    Intanto belli questi post, molto. Sentivo da qualche giorno la mancanza di scritti da queste parti e l’attesa è valsa la pena. Poi forse, con più calma, qualcosina da dire mi viene anche, su alcuni.

  3. caracaterina ha detto:

    Ho sempre provato un fascino forte per la classificazione dei vizi capitali. Questa ragioneria dell’inferno, quest’organigramma del male di vivere, questa segnaletica della viabilità ingorgante mette in ordine di lettura, conferisce una sintassi da frase semplice, a ciò che è illeggibile. Farne tanti post separati ridissemina, disperde, rimescola, riporta la confusione.

  4. farolit ha detto:

    mmm io non li nego, no.
    Forse gli Uni agli Altri.
    ma io son altro, spero.
    (e poi cento euro per fare la spesa non ce le ho
    50 centesimi per lo zingaro, sì)
    :-D

  5. luca ha detto:

    forse i 50 c.mi non li abbiamo perchè da 20 anni lo zingaro sta seduto li al muretto aspettando i nostri 50 c.mi?

  6. pessimesempio ha detto:

    Poi alla fine una risposta alla tua domanda non so darla, non so perchè non ho 50 centesimi (che non sono pochi, però, a proposito di avarizia)per il lavavetri. Ma non la chiamerei avarizia: non è per questo che non trovo i soldi da dare. Spesso è un lieve fastidio per l’atteggiamento “servile” di alcuni – qui le donne rom puliscono con uno straccio i fanali delle macchine, abbassandosi ancora di più, fisicamente intendo, ma di conseguenza anche sul piano relazionale rispetto a chi si trova dentro la macchina- altre volte perchè non mi va di incrementare questo tipo di “mestiere”. Quello che ho notato in me, comunque, è l’aumentare dell’insofferenza, che è un sentimento così poco politicamente corretto per una come me, che faccio davvero molta fatica ad accettarne la presenza nella mia testa. Come vedi, quindi, il tuo post ha scatenato una ridda di riflessioni senza fine e di non facile soluzione. Buone cose.

Scrivi una risposta a pessimesempio Cancella risposta